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CASENOVE

 

13 Marzo

Festa del Patrono Sant’Ansovino

 

 

SANT’ANSOVINO

Patrono di Casenove

 

Nato a Camerino verso la fine dell’VIII secolo, fu educato con severità allo studio e alla pratica religiosa.

Le sue particolari doti gli consentirono di frequentare un collegio per chierici e poi per sacerdoti canonici. La notevole cultura e la profonda spiritualità caratterizzarono sempre il suo comportamento molto sobrio e particolarmente dedito alla carità. Un profondo disagio verso il mondo circostante lo indusse a ritirarsi sulle rive del fiume Potenza, in località Torricella, divenuta poi dal XIII secolo Castel San Raimondo, ove dimorò per molti anni.

La valle del fiume Potenza era al tempo la via più frequentata da mercanti e pellegrini che dalle Marche, attraversando l’Umbria, si recavano a Roma.

Si narra che numerosi cavalieri, trovandosi una domenica da quelle parti, si rammaricavano di non poter assistere alla celebrazione eucaristica. All’improvviso apparve un sacerdote che, gettato il mantello sul fiume, lo attraversò “a piedi asciutti” e, recatosi dai pellegrini, celebrò l’ufficio religioso.

Da quel momento la fama di Ansovino si diffuse ovunque tanto che anche il re longobardo Cesare Ludovico II lo volle come padre spirituale.

La continua frequenza della corte papale di Roma e della reggia di Pavia non modificarono la severità del suo comportamento che anzi servì da esempio contro la corruzione. Alla morte del vescovo di Camerino, gli abitanti pretesero che il successore fosse Ansovino. Egli rifiutò più volte l’incarico, sia perché non se ne riteneva degno, sia perché non accettava l’uso del tempo in base al quale spesso il vescovo doveva abbandonare il pastorale per impugnare la spada e combattere a difesa del suo territorio.

Quando, intorno all’816 Ansovino accettò l’incarico, re Ludovico dovette sollevarlo dall’obbligo “della spada”, concedendogli l’esclusiva cura delle anime e della predicazione del Vangelo.

Non volle mai nulla per sé, arricchì invece le chiese della sua diocesi di molte reliquie sacre, tra cui un frammento della croce di Cristo. Per la consacrazione a Vescovo dovette recarsi a Roma presso Papa Leone IV; si racconta che lungo il percorso venne accompagnato prodigiosamente da moltissime colombe bianche.

Durante l’episcopato non trattò i cittadini come sudditi, ma come fratelli e perseverò nella sua vita modesta e umile, donando sempre tutto ai poveri. Il monaco Igino, suo biografo, narra che Ansovino, per rendersi conto di persona delle necessità del suo popolo, spesso visitava la diocesi che si estendeva dall’Umbria verso le Marche e confinava con le diocesi di Spoleto, Fermo, Ancona e Osimo.

Nel corso di una visita pastorale, ammalatosi gravemente, chiese di essere ricondotto alla sede vescovile. Circondato da una folla di fedeli che consolava e benediceva, si spense il 13 marzo forse dell’840, poiché si sa che tenne l’episcopato per 24 anni. Ben presto alla venerazione si accompagnarono notevoli fatti miracolosi come numerose guarigioni.

Rapite le spoglie dal Re Manfredi, i Duchi da Varano ne ottennero la restituzione da Re Carlo di Sicilia e dedicarono al Santo una particolare cappella nella Cattedrale di Camerino. Alcune reliquie sono giunte in varie chiese italiane, là dove maggiore è anche cresciuto il culto, come nella località di Colle Casore – oggi Casenove – nella valle del Menotre, nell’area di Capro di Bevagna e nel territorio di Preci.

Non abbiamo notizie sul tempo della costruzione della chiesa di Sant’Ansovino a Casenove e della conseguente devozione al Santo. Lo Jacobilli e il Dorio si rifanno a documenti della metà del 1200, tempo in cui si parla dell’esistenza di un parroco e di chierici.

Alcuni frammenti di affresco presenti nella chiesa risalgono sicuramente ai secoli XIV e XV. Gli eventi sismici del 1997 hanno reso la chiesa momentaneamente inagibile; tuttavia la fede e il profondo attaccamento degli abitanti hanno mantenuto vivo il legame con il santo patrono che ogni anno, il 13 marzo, viene festeggiato con la dovuta solennità.

da una ricerca di Franca Scarabattieri

 

 

 

 

 

 

 

 

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