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Ricorrenza della “Venuta“ della Madonna di Loreto

 

Una devozione antica colloca a Loreto la casa della Madonna, portata in volo dalla Palestina da una schiera di angeli. La traslazione sarebbe avvenuta nel XIII secolo (si parla del 1291, ma il primo documento scritto è del 1465), quando Nazaret era passata agli Arabi e quindi, per evitare eventuali dispersioni o profanazioni, la casa in pietra arenaria sarebbe stata trasportata in luogo più sicuro e sarebbe stata collocata sopra un colle, coperto da un boschetto di lauri – un laureto – nei pressi di Recanati, nelle Marche.

La tradizione vuole che tutta l’area della Valle Umbra fino alla Valnerina, sia stata dunque sorvolata dalla “Santa Casa”.

In questi territori, nella notte tra il 9 e il 10 dicembre, in occasione appunto della Venuta, si sarebbe perciò radicata una particolare usanza: accendere grandi falò, suonare le campane, fare bòtti come ad indicare, illuminandolo, il percorso ed insieme a festeggiare l’evento miracoloso. Ricordare ancora oggi il passaggio della Santa Casa, specialmente nell’area attraversata dalla via Lauretana, asse fondamentalmente per i rapporti economici e culturali, ma anche e soprattutto per i flussi di pellegrini da e verso Loreto, significa mantenere viva una tradizione profonda, che nei secoli è stata capace di dare alle diverse comunità di un vasto territorio, una matrice unica di riferimento, rafforzando nella fede il senso di appartenenza.  Foligno storicamente è sempre stata il centro di raccolta dei pellegrini diretti al santuario della Santa Casa; proprio a Foligno è stata eretta la prima cappella  in onore della Madonna di Loreto.

I numerosi affreschi votivi presenti nelle chiese della città (ad es. San Domenico) e in quelle della valle del Menotre, (Madonna delle Grazie a Rasiglia, Acqua Santo Stefano) testimoniano con immediatezza la vasta popolarità di questa storica devozione e comunicano, attraverso il linguaggio dell’arte, una spiritualità semplice ed autentica.

 

Testo e ricerca: Rita Fanelli Marini