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Verchiano (Foligno) – Chiesa di
S. Salvatore e tomba del Beato Paolo Trinci La Chiesa di S. Salvatore, citata talvolta come
santuario, è la seconda chiesa di Verchiano. Fin dai tempi più antichi è
stata la mèta delle processioni dell’Ascensione e del Corpus Domini; in
seguito si è aggiunta quella per la festività di S. Anna. Nel corso
dell’anno, tuttavia, vi giungono spesso pellegrini e turisti, data anche la
bellezza del luogo, posto nel territorio di confine tra Umbria e Marche. La più esauriente ricerca sulla tradizione, che
vuole la sepoltura del Beato Paoluccio Trinci nella chiesa di S. Salvatore, è
stata fatta dallo storico folignate Michele Faloci Pulignani. Ripresa negli ultimi
tempi da Mario Sensi il quale, nel volume Bibliotheca Sanctorum et Beatorum,
inserisce anche una foto del sarcofago che ha contenuto le spoglie del Beato.
Mons. Faloci Pulignani - siamo ai primi del ‘900 - riferisce quanto nel 1670
padre Agostino da Stroncone, nella sua opera “Umbria Serafica”, riporta a
proposito dell’ubicazione delle spoglie del beato Paoluccio Trinci, intorno
al 1391: Morendo nel 1390 il B.
Paoluccio Trinci in S. Francesco di Foligno, li PP. di quel convento temendo
che gli Osservanti gli necessitassero a rendere il corpo d’esso, lo nascosero
in modo, che allora non fu saputo dove e fu comunemente creduto che fosse
sepolto in luogo recondito di detta Chiesa. Ma essi lo portarono
segretamente in una Chiesa di
S. Salvatore diocesi di Spoleto
su li monti di Verchiano. Significative anche le testimonianze, come riferito
dallo stesso Faloci Pulignani, di padre Pietro Andrea Taccioni di 91 anni,
sacerdote nato a Verchiano, - siamo nel 1671 - che racconta quanto riferitogli
dal padre Domenico, che a sua volta asseriva di averlo saputo dai suoi
antenati, a proposito della tomba di Paolo Trinci. Don Lazzaro Sabini - continua la citazione di
Faloci Pulignani - anch’egli sacerdote nato a
Verchiano, nel 1677 riferisce quanto
appreso dal vecchio
parroco del paese, don Antonio
Ricchi, circa la presenza del corpo del Beato nella chiesa di S. Salvatore.
Lo stesso don Lazzaro Sabini parla della riesumazione, ordinata dal cardinale
Facchinetti, Arcivescovo di Spoleto, fatta qualche anno prima in sua
presenza, e dei resti presenti nella tomba all’interno della Chiesa di S.
Salvatore e di come, deposti in un’urna, fossero stati poi trasferiti nella
sacrestia della chiesa parrocchiale di Verchiano. Lo stesso mons. Faloci Pulignani afferma … più volte sono salito a Verchiano, e di
là sino alla cima del monte, ove è una Chiesa veneratissima, la quale
presenta forme e scolture che la fanno ritenere eretta nel secolo XIV,
l’interno ha una nave, ha molti rozzi affreschi del secolo XV, parte
ricoperti dalla calce, parte scoperti. Vi si vede il Presepio, la
Presentazione al tempio, l’Orazione nell’Orto, la B. Vergine col Bambino,
un'altra Immagine della Madonna che ricopre col manto i suoi devoti, ecc. In
fondo, nella parte sinistra dell’abside, è infissa una tavoletta di marmo, opera dei giorni nostri, ove si legge: Sepolcro del Beato Paolo Trinci … in terra è
un arca di pietra … sopra la quale è un immagine …che dicesi essere del B.
Paolo Trinci. Il tempo, il rigore delle stagioni, la falsa devozione ha resa
da molto tempo irriconoscibile questa figura, che tutti dicono rappresenti il
B. Paoluccio. Questa è la voce comune degli abitanti del luogo, i quali
recandosi a pellegrinare su quella cima, toccano mani e piedi su quell’urna,
raccomandandosi al B. Paolo, per cui intercessione aspettano i divini favori. Un importante riferimento storico alla chiesa di S.
Salvatore risulta in un manoscritto di Ludovico Jacobilli del 1655, nel quale
descrive la sua lunga visita nel castello di Verchiano. Tra l’altro dice: ... La 2° chiesa è S. Salvatore: era canonicato di detta Pieve (di
Verchiano), et oggi è in detta un beneficio semplice, e sempre lo tiene uno
dei camerieri … del Papa …. E’ situata
in una alta montagna circa due miglia lontano sopra Verchiano detta di S.
Salvatore. … In essa è dipinta la figura del testamento antico e nuovo … È un
sepolcro di pietre concie dove, si tiene, riposi qualche corpo santo. Si
tiene anco vi sieno in perpetuo le Indulgenze delle sette Chiese di Roma, e
vi fossero stati Francesco e S. Chiara, e perciò due volte l’anno
nell’Ascensione del Signore e nel Corpus Domini la Compagnia del SSmo
Sacramento vi va in processione con il popolo. A cura di Giorgio Barnocchi - Rita Fanelli Marini Pratiche terapeutiche e
propiziatorie La presenza del sepolcro del beato Paoluccio Trinci
ha trasformato S. Salvatore da santuario di confine a santuario terapeutico.
I fedeli vi si recano in pellegrinaggio o in visite individuali per invocare
la protezione del Santo. Il sarcofago in lastre di pietra, di semplice fattura, in cui
un tempo era conservato il corpo, presenta un’apertura sul fronte in basso ed
una fessura sul coperchio: nella prima i fedeli introducono il piede destro,
mentre nella seconda infilano la mano sinistra per essere immunizzati contro
le malattie delle ossa. Calendario – Il santuario è mèta di
due pellegrinaggi organizzati: il primo nel giorno dell’Ascensione, il
secondo il 26 luglio in onore di S. Anna a ricordo di una peste scampata per
la sua intercessione. Per saperne di più – Faloci Pulignani
Michele, Il beato Paoluccio Trinci da
Foligno e i Minori Osservanti, documenti e discussioni, Salvati, Foligno,
1926 Come
raggiungere S. Salvatore – Dalla strada statale
n. 19 Sellanese, al bivio di Rasiglia o di Ponte S. Lazzaro, si prende la
provinciale n. 442 di Verchiano, che ricalca l’antica Via della Spina. Da
Verchiano (m 775) una carrozzabile di circa 4 km raggiunge la sommità del
monte S. Salvatore (m 1146) CLICCA PER SAPERNE DI PIU’ SULLA VITA DI PAOLUCCIO TRINCI [Home page] - [Pro loco] - [La valle del Menotre] - [Vie
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